Riguardo la consapevolezza il primo passo da fare è costruire dei modelli per la dieta, l’esercizio e la cura del benessere che senti tuoi e con cui ti trovi bene, senza percepirli mai come peso o costrizione. Perché è solo quando crei dei modelli che senti tuoi che questi possono entrare a far parte del tuo stile di vita, altrimenti li vivrai sempre come “elementi esterni” che, sotto sotto, non vedi l’ora di interrompere.
Questo non vuol dire che ogni cosa che farai ti piacerà sempre al massimo: ci saranno pasti che ti lasceranno insoddisfatto, allenamenti che farai controvoglia e giorni dove la cura del benessere sembrerà sortire effetti contrari. Ma va bene così, l’importante è che siano l’eccezione e non la regola. Insomma, fatto salvo alcuni casi, non devi sentirti di “essere a dieta”, di “doverti allenare” o di “dover curare il benessere”.
Diffida di chi, per spronarti, usa adagi come «chi bello vuole apparire un poco deve soffrire» dandogli il senso di: «devi solo soffrire, se bello vuoi apparire». Espressioni del genere ti inducono a credere che, se ti godi quello che stai facendo per migliorare il tuo benessere, allora non lo stai facendo bene (quindi non dimagrirai, non sarai mai in forma, e via dicendo). Ma sono solo proverbi, adagi, frasi generiche dette magari per darsi un tono: la realtà è che soffrire (e basta) non porta risultati concreti, ma ad interrompere presto il proprio percorso, con pochi risultati e pieni di frustrazione.
Per quanto tu abbia trovato una tua dimensione in merito a dieta, esercizio e benessere ci saranno momenti in cui, volente o nolente, ne uscirai. Fa parte del gioco e, di fatto, il problema non è tanto "disallinearsi" dai propri modelli quanto, piuttosto, capire come gestire il momento e cosa fare per riallinearti agli stessi.
Molto spesso, infatti, la differenza tra un percorso che funziona e uno che non funziona non è la strategia dietetica o di allenamento “perfetta”, ma la capacità di adattarsi alla situazione e di riprendere in mano il proprio percorso dopo che ci si è discostati.
Lo scopo di questa guida è proprio quello di mostrarti come.
Suddividiamo i disallineamenti in due grandi categorie:
Sono disallineamenti che riguardano un singolo evento (un pasto, un allenamento, una serata - un’occasione appunto), coinvolgono una singola area (dieta, esercizio, benessere), hanno un impatto minimo sul tuo percorso e i cui effetti, se si sentono, durano poco (da 0 a 2-3 giorni).
Sono disallineamenti che coinvolgono varie aree (dieta, esercizio, benessere), durano un certo periodo di tempo (da 1 fino a 3-5 settimane) e, per questi motivi, vengono chiamati disallineamenti sistematici. Data la lunga durata, questi disallineamenti esercitano un certo effetto sul tuo percorso rallentandone o bloccandone il progresso.
In linea di massima, i disallineamenti “Occasionali” non richiedono interventi correttivi, ma solo di mettere le cose nella giusta prospettiva. I disallineamenti “Sistematici”, invece, richiedono di modificare, oltre alla prospettiva, anche quello che fai in termini di dieta, esercizio e benessere, in modo da limitare i danni e favorire il rientro nelle buone abitudini.
Sono eventi non previsti che ti discostano dai tuoi modelli, come quando perdi il treno e sei costretto a mangiare al fast food della stazione e non la cena curata che ti aspettava a casa. Succede, pazienza, non sarà un pasto a base di junk food a rovinare la tua salute e il tuo percorso, il giusto approccio è continuare come se non fosse successo nulla, senza compensare l’eccezione.
Si tratta di occasioni che possono capitare di tanto in tanto e che ti portano a scostarti dal tuo percorso. Ad esempio, potresti incontrare una tua conoscenza e decidere di passarci assieme il pomeriggio invece di andare in palestra ad allenarti. Va bene così, non sarà quella seduta di allenamento mancato a limitare i tuoi progressi fisici. Oppure può capitare di ritrovarsi in situazioni in cui sono presenti dolci o altri alimenti “sgarro” come, ad esempio, nei compleanni o nelle feste di ufficio. In questi casi, se lo desideri, approfitta dell’occasione: limitarti ti farà solo soffrire lasciandoti una voglia che prima o poi soddisferai - molto probabilmente in modo più imponente e incontrollato, più frustrante e sofferente.
Ogni tanto capita che si abbia voglia di uscire dai propri schemi facendo qualcosa di completamente diverso. Ad esempio, si può avere voglia di mangiare un cornetto per colazione, stare distesi sul divano al posto di allenarsi oppure guardare una maratona di serie TV fino a tarda notte. Ci può stare, rientra tutto nel vivere e non subire il proprio benessere: “sgarrare” ogni tanto può essere un piacevole e rinfrancante diversivo. Fai solo attenzione che queste voglie siano effettivamente occasionali: se ti rendi conto di preferire il cornetto e il divano alla colazione sana e all’allenamento - sempre e in ogni occasione - questo vuol dire che c’è un problema di fondo nel modo in cui hai impostato i tuoi modelli.
Nei disallineamenti “Occasionali” il rischio è che un singolo evento fuori dal comune inneschi una serie di pensieri e sensazioni negative che ti portano ad abbandonare il percorso o, comunque, a sentirti così in colpa da cercare di compensare in qualche modo. Ma non ne vale la pena: gli eventi singoli impattano in maniera marginale il tuo percorso e vanno trattati come diversivi - alcuni piacevoli altri meno - e basta.
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I disallineamenti “Occasionali” riguardano situazioni singole, momenti di durata limitata dove, per volontà o necessità, ti disallinei dai tuoi modelli. Durante questi momenti però, l’intensità del disallineamento può variare molto. Ad esempio, in una stessa occasione potresti mangiare una fetta di torta come mezza torta: cambia qualcosa in termini di approccio? No, non cambia nulla. Vediamo perché:
La differenza tra mangiare una fetta di torta e mezza torta è che, nel secondo caso, il tuo organismo ha bisogno di un po’ di tempo in più per recuperare e smaltire gli eccessi rispetto al mangiare una sola fetta di torta. Tuttavia il recupero avviene lo stesso e accade spontaneamente, non è necessario modificare di proposito il proprio comportamento nei giorni successivi. Lo puoi fare, se vuoi, ma il consiglio è di lasciare le cose come stanno tanto, dopo 2-3 giorni, tutto tornerà come prima.
Le uniche accortezze sono di carattere organizzativo: ad esempio, se proprio ti va o ti dovesse capitare davanti mezza torta, fa la differenza se dopo puoi stare beato e tranquillo o se qualche ora dopo devi sostenere un colloquio, una presentazione, una riuniono, o in generale un impegno a cui tieni o che è importante. Se prevedi un’occasione dove mangerai vistosamente più del solito, evita di farlo quando poco dopo hai un impegno dove vuoi presentarti, e sentirti, al massimo della forma - fisica e mentale.
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Vivere periodi particolarmente pesanti e impegnativi è molto comune e, durante questi momenti, non è possibile seguire i propri modelli al 100% anche mettendoci tutta la buona volontà. Il rischio è quello di provare così tanta frustrazione e nervosismo da “mollare tutto” ed è un peccato perché, per quanto pesanti siano questi momenti, prima o poi finiscono. Per evitare questa situazione è importante continuare a seguire i propri modelli, ma adattandoli al contesto ossia seguendoli al "minimo" possibile (al 10 o al 20%).
Ad esempio, se stai vivendo un periodo pesante e la sera arrivi a casa a pezzi e non hai voglia di preparare la cena “secondo dieta”, non ha alcun senso obbligarsi a farlo: aggiungeresti solo ulteriore stress ad una situazione già critica. Lascia la cena libera, mangia quello che vuoi, fosse anche un piatto da asporto. “Ma questo non è seguire la dieta!” Sni: non è seguire la dieta a cena. Al mattino magari hai più energie e voglia di fare (anche grazie alla cena libera della sera precedente!) pertanto puoi benissimo fare colazione “secondo dieta”. Per quanto riguarda il pranzo: hai voglia e tempo per farlo “secondo dieta”? Allora fallo. Non hai voglia e tempo? Allora non farlo.
Alla fine davvero “non sai seguendo la dieta”? Spesso, anche nei periodi più critici, si riesce a fare almeno un pasto secondo schema, a volte anche due e, ogni tanto, addirittura tre. Non è poco e vedrai che, lasciandoti la libertà di alleggerire la dieta “al bisogno” ne subirai di meno la pressione e questo la renderà molto più facile da seguire.
Nei periodi impegnativi puoi pensare di saltare un allenamento se questo ti permette di fare gli altri con voglia e nel pieno delle tue energie. Di solito un programma di allenamento prevede in media 3 allenamenti settimanali, pertanto saltare 1 seduta di allenamento significa comunque farne 2: non è che non ti stai allenando solo perché salti una seduta. In alternativa, puoi anche pensare di sostituire i tuoi allenamenti con dell’attività fisica più blanda e leggera, come una camminata o un bel giro in bicicletta. Anche in questo caso stai comunque facendo esercizio fisico, solo adeguato al periodo che stai vivendo.
I periodi impegnativi passano e dopo è possibile riprendere a seguire i tuoi modelli al 100%, anche se ora li stai seguendo solo al 10%. Ma se hai mollato del tutto dieta, esercizio fisico e cura del benessere perché non riesci a starci dietro - sentendoti pure in colpa - non li riprenderai mai una volta passato il periodo difficile. Fare poco dà continuità e, spesso, è quello che basta per mantenere vivo il proprio percorso.
Ad esempio, se devi fare un viaggio di lavoro e, per giorni, giri tra alberghi, conferenze e robe varie è dura allenarsi come è dura seguire la dieta. La soluzione è la stessa dei momenti impegnativi, ossia “fare il minimo possibile” come, ad esempio, curare solo la colazione (verosimilmente la farai sempre per conto tuo), ricordarsi di bere molto e magari fare una serie di squat prima di andare a cena.
Ma se farlo diventa un peso tanto vale lasciare stare e, piuttosto, è meglio pianificare 2-3 giorni post viaggio di lavoro dove stare “di più sul pezzo”, magari aumentando il volume degli allenamenti e/o sostituendo la colazione con un centrifugato a base di frutta e verdura. Questi giorni possono essere anche presi come modo per scaricare le tensioni accumulate e “disintossicarsi” dalle varie schifezze mangiate durante la trasferta lavorativa.
Le ferie, sia quelle “comandate” (Natale e Capodanno, Pasqua e Pasquetta), che quelle “proprie” (come quelle estive) sono momenti in cui ci si discosta molto dai propri modelli. E questo è un bene! Altrimenti sai che noia…
Rispetto ai motivi di lavoro e di impegni qui le cose sono diverse nel senso che, se negli impegni di lavoro o durante periodi molto stressanti l’ideale è “fare il minimo” per mantenere una certa costanza, in queste occasioni si può provare a fare qualcosa di “più” proprio perché il contesto più leggero e spensierato lo permette.
Ad esempio, puoi provare a fare colazione con solo una manciata di frutta secca e tanta acqua e fare pranzi a base di proteine e verdure quando sai che, tra il pomeriggio e la sera, ci saranno diverse occasioni dove mangiare liberamente (gelati, ristoranti, locali dopocena). Questo non solo ti permetterà di goderti al meglio questi momenti, ma ti permetterà anche di vivere le tue giornate con più leggerezza, senza la pesantezza e l’ottundimento che spesso si provano a seguito di colazioni e pranzi troppo abbondanti.
Dal punto di vista del movimento e del benessere davvero non c’è occasione migliore per provare qualcosa di nuovo e di diverso dal solito: sia mai che trovi qualcosa che ti piace e che avrai voglia di continuare anche dopo le ferie.
Nei disallineamenti “Sistematici” il rischio è che un periodo di tempo limitato (un periodo pesante, una vacanza, un viaggio di lavoro) sia in grado di interrompere un percorso che dura magari mesi o anni. Obiettivamente, non ne vale la pena… meglio, piuttosto, adattare i propri modelli alle circostanze in modo da continuare il proprio percorso, pur senza venirne oppressi.
Per prima cosa crea dei tuoi modelli di dieta, esercizio e benessere sulla base delle indicazioni che trovi nelle altre guide. Crea dei modelli in cui ti senti bene, a tuo agio, che senti proprio tuoi. Usa i modelli come traccia, come binario da seguire, evitando di vederli come degli obblighi o forzature perché, in tal caso, non entreranno mai a far parte della tua quotidianità.
Per quanto buoni siano i modelli, nel corso del tempo ci saranno sempre delle situazioni che ti porteranno a scostarti e a disallinearsi dagli stessi, occasioni che si presentano con una certa frequenza e ciclicità. Quando questo succede l’importante è sapere come gestirli, rientrando nei propri modelli senza ansie e senza stress. La differenza tra un percorso di successo e uno che fallisce non è la “perfezione” in termini di strategie adottate, quanto la capacità di farle proprie e la capacità di rientrarci ogni volta che se ne esce.
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Diete e allenamento "perfetti" sono tali solo quando tutto il contesto ne permette la riuscita. Per capirci: se un personaggio famoso si è rimesso in forma seguendo un certo tipo di protocollo alimentare e/o di allenamento bisogna chiedersi se sia stato il protocollo a fare la differenza o se, invece, non sia stato permesso dal contesto in cui vive.
Vip e influencer lavorano con la propria immagine e si possono permettere tutta una serie di professionisti che li aiutano quando vogliono e quando ne hanno bisogno. In altre parole, è facile seguire un protocollo dietetico o di allenamento se hai qualcuno che ti cucina i pasti, ti affianca durante l’allenamento e ti supporta nei momenti di sconforto. Se il tuo contesto è diverso - lavori, gestisci la casa, cucini per te e la tua famiglia senza supporto H24 - puoi provare a seguire il protocollo “più perfetto del momento”, ma farai estrema fatica e i risultati non saranno mai come quelli promessi.
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