Guida alla Dieta


Nutrizione, non dieta

La maggior parte delle persone si mette a dieta per perdere qualche chilo e imparare a mangiare meglio, eppure si ritrova alle prese con calcoli e conti degni di un ingegnere nucleare. Così, ci si carica di ansia e di paura di sbagliare qualche virgola.

Ma è proprio necessario vivere tutto questo per imparare a mangiare bene e stare meglio? In altre parole, fare tutto questo ci insegna davvero a mangiare bene? E ci fa stare davvero meglio?

La risposta è no. Certo, magari seguendo una dieta perderai qualche chilo, ma per starci dietro perderai anche la ragione. Probabilmente mangerai anche meglio ma, appena smetterai di seguirla, tornerai di corsa alle vecchie abitudini, le stesse che ti hanno portato a cercare di metterti in riga.

Per imparare a mangiare bene, perdere qualche chilo e stare meglio, non servono né diete “precisine” né ossessioni sulle grammature: basta fare tuoi pochi e semplici concetti, quelli presentati in questa guida.

1) Prima le proteine

Dai priorità all’introduzione, giorno per giorno, di un buon quantitativo di proteine: carne, pesce, uova, latticini, prodotti proteici vegetali quali tofu, tempeh e mopur. Elenca questi alimenti sotto la categoria “Fonti di Proteine”. Più avanti troverai una tabella completa e di facile consultazione.

Perché priorità alle proteine? Perché…

  • Le proteine preservano la massa magra
    Molte persone sembrano stanche ed emaciate dopo essersi messe a dieta. Più sottili, no di certo più in forma! Anche capelli, pelle e unghie risultano secche e spente.

    Spesso questo è dovuto alla carenza di proteine, a sua volta dovuto al fatto che chi si mette a dieta riduce “un po’ di tutto”. Le proteine sono essenziali per mantenere la massa magra (tutto ciò che non è massa grassa), fondamentale perché il tuo corpo funzioni bene e appaia in forma anche dopo che hai perso grasso.

    Devi introdurre un buon apporto proteico per mantenere la massa muscolare mentre dimagrisci e per questo devi dare priorità alle proteine, senza ridurre “un po’ di tutto” nel tentativo di perdere grasso corporeo.

  • Le proteine saziano a lungo
    Non c’è niente di peggio che mettersi a dieta e scoprire di avere sempre fame - per alcuni questa è la normalità, è come “si dovrebbe” vivere a dieta, ma non è così.

    Capiamoci: un minimo di senso di fame ogni tanto può esserci, ma non deve essere così forte da risultare debilitante, toglierti lucidità o farti pensare continuamente al cibo. Le proteine in questo ti aiutano perché danno maggior senso di sazietà rispetto a grassi e carboidrati.

  • Le proteine guidano la dieta
    Se ci pensi, gli alimenti ricchi di proteine sono quelli meno reperibili “prontamente” (macchinette, bar, cibi pronti, hanno spesso alimenti ricchi di carboidrati e grassi, non di proteine).

    Porti mentalmente di dare priorità alle proteine significa assicurarti il quantitativo proteico di cui hai bisogno. Carboidrati e grassi sono più facili da trovare. Perciò, inserisci le proteine in ogni pasto principale e poi pensa al resto.

2) Punta a piatti gustosi

La maggior parte delle diete sono simili a un “menù dietetico”: in base al pasto vengono indicati ricette, dosi e piatti ben precisi. Ad esempio: pasta (70 g) con gamberetti (120 g) e zucchine (220 g), conditi con olio extra vergine di oliva (2 cucchiai). E se in un certo giorno non vuoi quel piatto? È difficile da reperire? Non puoi cucinare?

Perciò, fai piuttosto così:

  • Basati su categorie di alimenti, più che su singoli alimenti. L’esempio sopra può essere trasformato in questo: Pasta o altra fonte di carboidrati (come riso, farro, pane) • Gamberetti o altra fonte di proteine (come tofu, pollo, uova) • Olio o altre fonti di grassi (come burro, pesto, salse) • Zucchine o altra verdura (come biete, spinaci, carote).

    In questo modo, potrai usare il cibo che preferisci o che puoi reperire più facilmente in quel momento. Dopo avrai la tabella completa relativa alle fonti alimentari.

  • Non pensare per grammi precisi, ma per range. Ad esempio, non “70 g di…” ma “60-80 g di…” e così via: 60-80 g di pasta o altra fonte di carboidrati • 100-140 g di gamberetti o altra fonte di proteine • 20-40 g di olio o altre fonti di grassi • Zucchine o altra verdura, come contorno o guarnizione, in quantità libera.

    In breve, ammetti 10-20% di scarto, perché la precisione è controproducente, nonché irrealistica: non solo le bilance pesa alimenti hanno margini di errore (quindi non prendi realmente “70 g di…”) ma il tuo corpo non assorbe sempre allo stesso modo (quindi, non assorbe sempre le stesse cose da “70 g di…”).

Questo approccio ti permetterà finalmente di smarcarti da menù dietetici opprimenti e inflessibili per mangiare quello che preferisci, pur avendo cura della tua alimentazione.

3) Prediligi cibi di qualità

Per completare la cura della tua alimentazione devi ora migliorare la qualità degli alimenti che consumi più spesso - per farlo analizza 1-2 settimane di alimentazione “tipo”, così da capire cosa mangi di solito: noterai che alcuni alimenti compaiono spesso, ogni giorno e anche più volte al giorno; scoprirai che 8-10 alimenti compongono quasi tutta la tua alimentazione abituale: parti da questi per migliorare la tua alimentazione, acquistandoli di buona qualità.

L’alta qualità ha un certo costo, ma…

  • Il sapore è più buono: alimenti industriali a parte, quando si parla di alimenti freschi e naturali la qualità e la bontà viaggiano di pari passo;
  • Più nutrienti e meno schifezze: frutta e verdura di qualità e di stagione hanno più vitamine, minerali e fitonutrienti rispetto ai vegetali conservati o importati da chissà dove. Gli animali allevati o pescati all'aperto hanno carni più sode e un profilo lipidico migliore (contengono più grassi Omega 3 antinfiammatori e meno grassi Omega 6 proinfiammatori). Le carni e i pesci di qualità contengono meno antibiotici e non contengono acqua salata (usata per gonfiare le carni in modo da farle apparire più piene);
  • I produttori sono locali, “green” e curano i loro prodotti: è difficile avere una buona qualità se non si ha cura dei propri prodotti e di tutto quello che ci sta intorno (ambiente e benessere animale in primis): non si coltiva di qualità su terreni inquinati né si alleva di qualità se si abusa degli animali. Chi riesce meglio in questi campi sono le piccole realtà del territorio, che ben conoscono l’ambiente in cui vivono e il cui successo dipende direttamente da quello che producono.

La qualità può avere prezzi più elevati, ma se organizzi al meglio la tua spesa e butti un occhio anche agli store online specializzati, puoi garantirti un’alimentazione di qualità senza gravare troppo sul portafogli. In ogni caso, procedi per step; usa la regola del 2: scegli 2 alimenti e datti 2 settimane di tempo per cercare la loro versione di qualità, poi passa ad altri 2 dandoti sempre 2 settimane di tempo e così via. Pensa a un miglioramento progressivo, piuttosto che pensare che ogni alimento di ogni giorno di ogni tuo pasto debbano essere “della massima qualità esistente” (non sarebbe possibile!).

Schema dietetico flessibile

Finora non ti ho dato indicazioni su quanto mangiare o su come suddividere gli alimenti, perché la priorità è appunto l’aspetto “educativo” dell’alimentazione, sintetizzato nei 3 punti presentati. Adesso, però, andiamo a definire anche uno “schema”, senza che diventi una prigione, ma anzi cercando di impostarlo affinché la tua dieta risulti flessibile e sostenibile per te nel tempo.

Per fare questo, ti chiedo di fare tuoi questi concetti:

  • Divisione degli alimenti in 3 categorie. Tutti gli alimenti possono essere suddivisi in base al macronutriente prevalente (proteine, grassi o carboidrati). Ogni alimento presente in una categoria può essere sostituito da un altro alimento presente nella stessa categoria in pari quantità (salvo eccezioni).

  • Porzionamento visivo e intuitivo. Per sapere “quanto mangiare” puoi basarti su cosa il tuo occhio vede, in relazione a volumi di riferimento standard e pratici come la tua mano (palmo, pugno e dita) o strumenti di uso comune come cucchiai, bicchieri, tazze, piatti, ciotole.

  • Suddivisione dei pasti in base alla funzione. Composizione e quantità degli alimenti presenti in un pasto dovrebbero dipendere da che funzione quel pasto ha in un certo momento, più o meno così:
    • Nelle ore in cui lavori o studi mangia di meno, in generale (in particolare meno carboidrati);
    • Quando sei a casa o ti stai rilassando mangia di più, sia in termini di quantità totali che in termini di carboidrati.

Mangiare di meno quando si è nella fase “attiva” evita i bruschi cali di attenzione che si hanno a seguito di pasti abbondanti e a base di carboidrati. Nelle fasi di relax, invece, è il momento giusto per mangiare un po’ di più e, grazie all’effetto leggermente sedativo dei carboidrati, riposare meglio. In linea di massima (es. studio/lavoro dalle 9.00 alle 17.00) fai colazione e pranzo “leggeri”, più spostati sui grassi e proteine, limitando i carboidrati. La sera, invece, prepara una cena più abbondante e con una buona componente glucidica.

Nel caso in cui cene abbondanti dovessero disturbare il tuo sonno basterà spostare parte delle proteine e dei grassi dalla cena al pranzo (ma una parte, non tutto!). Non servirà fare altro. 

Le 3(+1) Categorie Alimentari

Proteine

Carboidrati

Grassi

Frutta e Vegetali

• carne, pesce, affettati

• uova o albume

• latticini e formaggi (yogurt, ricotta, fiocchi di latte, formaggi molli, da taglio, stagionati)

• tofu, tempeh, mopur.

• pasta, riso, cereali in chicco (farro, orzo, grano saraceno, avena ecc.)

• pane, gallette e simili

• mais dolce in barattolo

• farine e fiocchi di cereali

• patate e derivati

• legumi e pasta di legumi

• olio extravergine di oliva

• cocco fresco o secco

• frutta secca intera o in crema 100% (mandorle, nocciole, noci, arachidi)

• semi oleaginosi (lino, girasole, sesamo, zucca) e relativi olii

• cioccolato fondente (da 80% in sù)

• latticini grassi e salse (gorgonzola, mascarpone, maionese, pesto, patè di olive, patè di pomodori secchi)

• fresca e di stagione

• surgelata

• disidratata senza zuccheri aggiunti

• in forma di estratto*

*NO succhi, anche se 100%

Porzioni visive e intuitive

Avendo detto che puoi usare range e non servono quantità precise, gli stessi range possono essere “trovati” con un porzionamento intuitivo che fa riferimento a elementi di di uso comune (tazze, ciotole, cucchiai), se non proprio le tue mani.

Proteine

Carboidrati

Grassi

Frutta e vegetali

Il volume di un palmo senza dita oppure ½-¾ tazza tipo mug o 1 uovo

-

Per affettati e formaggi da taglio o stagionati: ½ palmo

Il volume di 1 pugno o di 3-5 cucchiai o 3-5 gallette/fette di segale

-

Per patate (3 pugni), derivati (es. gnocchi 2 pugni) e legumi cotti (2 pugni)

Il volume di un pollice oppure 1 cucchiaio o 2 cucchiaini

-

2 cucchiai corrispondono ad 1 manciata, misura più comoda da usare per la frutta secca

Freschi o cotti: volume di 1 pugno o 3-4 cucchiai (es. frutti di bosco, macedonia)

-

Se frutta disidratata: 1 cucchiaio


Schemi flessibili e pasti funzionali

Colazione

  • ½-1 pugno di carboidrati → pane, farina di avena, fiocchi di cereali
  • 1-2 palmi di proteine → yogurt, ricotta, uova, affettati
  • 1-2 pollici di grassi  frutta secca, cioccolato, cocco
  • 0-1 pugni frutta → frutta fresca / 1 cucchiaio frutta disidratata

Pranzo

  • ½-1 pugno di carboidrati → patate, legumi, pane, gallette e simili
  • 1-2 palmi di proteine carne, pesce, uova, formaggi
  • 2 pollici di grassi → olio d’oliva, avocado, salse
  • 2-4 pugni frutta e vegetali → verdura cotta o cruda. Frutta fresca: solo se ne hai voglia

Cena

  • 1 pugno di carboidrati → pasta, riso, cereali, patate, polenta
  • 3-4 palmi di proteine carne, pesce, uova, formaggi
  • 3-4 pollici di grassi → olio d’oliva, avocado, salse
  • 2-4 pugni frutta e vegetali → verdura cotta o cruda. Frutta fresca: solo se ne hai voglia

Spuntini (0-2 al giorno)

  • 1-2 pollici di grassi → frutta secca, cocco, cioccolato fondente
  • 0-1 pugni frutta → frutta fresca e/o verdura cruda croccante

Nota

Puoi mixare le fonti dei macronutrienti: 3-4 palmi di proteine possono derivare tutte dalla carne (es. spezzatino, bistecca) oppure da fonti miste (es. pollo con salsa di tofu; uova e formaggio; tonno in scatola + yogurt). Lo stesso discorso vale per le fonti di grassi (olio e burro, olio e avocado, olio e semi), di frutta (macedonia) e di verdura (insalatona mista).

Pasti liberi

È bene nella tua dieta inserire alimenti “sfizio” giorno per giorno e/o interi giorni in cui non ti rilassi e mangi in quantità e qualità libera, in base a ciò di cui hai voglia. Un pasto libero a settimana è “da farsi” quasi in ogni percorso alimentare che si rispetti. Sembra un paradosso dare indicazioni sul pasto libero, ma è utile in un mondo che ci ha drammaticamente intimorito da questo punto di vista.

  • Scegli 2-3 alimenti che ti sono mancati
    È utile non andare oltre 2-3 alimenti così da scegliere ciò di cui ha davvero voglia e ti piace. Mangiane in quantità libera, senza - ovviamente - arrivare a scoppiare: lo fai per stare bene, non per stare male.
  • Concentrati su 1 o 2 pasti, non di più
    Non farti sfuggire di mano il concetto: si tratta di un pasto o al massimo due pasti in cui concederti maggiori libertà. Non si tratta di scegliere degli alimenti e mangiarli a nastro finché ne hai voglia per più giorni consecutivi.
  • Non trascurare ambiente e compagnia
    Il pasto libero non è solo un pasto, ma un momento; non è solo cibo, ma un’esperienza. Se trangugi pizza e gelato in un ambiente stressante e con persone che non ti vanno a genio, non sarà una bella esperienza e anche gli effetti fisiologici non saranno positivi come quando “vivi” bene il pasto libero.

Extra: Quanto e quando bere in un giorno?

Non è facile stabilire con esattezza quanto sia necessario bere, in quanto l’idratazione dipende da vari fattori: climi secchi o molto umidi, temperature alte o basse, grado di attività fisica e tipo, azioni svolte nell’arco della giornata (es. quanto si è parlato, quanto ci si è mossi o se si è stressati) e così via. Una buona media è quella di bere 1,5-2,5 litri di acqua al giorno (e, in questo conteggio, sono comprese anche tisane e tè) suddivisi lungo la giornata. L’ideale è bere “a boli”, e cioè grandi quantità in poco tempo, al contrario di quanto si fa comunemente (piccolissimi sorsi diluiti in intervallo di tempo lunghi).

Questo favorisce anche l’aumento dell’energia e della concentrazione. Quindi, quando ti senti un po’ scarico, puoi pensare di bere 2-3 bicchieri d’acqua (un “bolo”) così da tirarti su. In generale, bevi “a boli” in tutti i momenti in cui sei più disidratato (o rischi di disidratarti) e in quelli in cui sai che avrai cali energetici. Ad esempio, appena alzato (durante la notte inevitabilmente ci si disidrata) e prima di fare attività fisica (previeni i crampi e la disidratazione causata dal movimento), a metà mattina e uno appena torni a casa dal lavoro (due momenti in cui è molto comune provare un “down” di energie, down che può portare a cercare conforto in dolcetti e patatine). Bevi “a piccoli sorsi” durante i pasti, evitando di assumere grandi quantità di liquidi che rallenterebbero la digestione, e nelle occasioni in cui parli tanto e a lungo, per evitare di finire con la gola secca.